L'esplorazione e il gusto di sperimentare la resistenza dell'argilla, portano Lorenzi ad una simbiosi con la terra in cui,.. si riconosce. Li accomuna una certa fragilità, che, ogni volta, con una sorta di cinismo rispettoso, lo spinge a maltrattarla fino al suo sfinimento, nella ricerca del punto di rottura o del limite di resistenza. Si tratta di ferite, prodotte da stiramenti e ricucite da cui forse, risorgono insieme. Per lo stesso gusto, porta a cottura superfici particolarmente sottili, fogli frastagliati d'impasto refrattario; e sono le crepe rugose sotto lo strato di smalto, a raccontare l'intima e reciproca seduzione di un attimo. Quello che cerca, dice, non è la materia ma l'emozione.
E vuole, che l'emozione, sia soprattutto di chi guarda,” un'impressione nell'espressione”, con la sottile speranza che chi guarda, colga la sua poetica.
Nel tempo delle provocazioni, Lorenzi esprime un temperamento poco provocatorio, e la poetica delle sue opere si adagia più spesso su territori di delicatezza e rispetto, dove è quasi sempre presente la rappresentazione del femminile e di una certa leggerezza.
Si tratta di un femminile appena accennato, il più delle volte distante ma, proprio perché inarrivabile, capace di custodire e proteggere la propria bellezza, la sua fecondità. In questo risiede la provocazione, nel continuo appello alla speranza della bellezza, al centro di una contemporaneità che l'ha dimenticata.
Difficilmente elabora un progetto, che sia un disegno o uno schizzo grafico, piuttosto si rifà alla visualizzazione di un contesto, come una regia mutevole in cui le sue opere prendono posto e ne rafforzano il significato. Del resto la particolarità del Raku, la tecnica ceramica che predilige, è proprio la sua mutevolezza cromatica nel tempo, così come l'assoluta imprevedibilità del risultato al momento della cottura, che fissa i colori sull'argilla.
A distanza di due o tre anni dalla loro realizzazione, i pezzi Raku cambiano tonalità a contatto con l'ossigeno o l'umidità o la luce. E' materia viva e vivente capace di sorprendere sempre.
E nelle fasi di cottura, sono il fuoco e l'ossigeno, indomabili, a determinare la reazione degli ossidi, usati per la decorazione.
Così, la seduzione, deriva dalla sensazione di un'eccitante impotenza, rispetto alla forza del fuoco e degli altri elementi , proprio come nella vita l' interferire di accadimenti o elementi incontrollabili, determinano risultati inattesi, a volte migliori della stessa aspettativa